SUL DONO DEL NON AVERE NIENTE IL TUTTO, SUL RESPIRO DEL VUOTO IL RISVEGLIO DEL VOLO


SUL DONO DEL NON AVERE NIENTE IL TUTTO, SUL RESPIRO DEL VUOTO IL RISVEGLIO DEL VOLO

La mia vera vita comincia due anni e mezzo fa con l’irrompere della luce nel buio che all’epoca rappresentava la mia zona di comfort.

Mi bastó qualcuno che mi prendesse per mano e mi mostrasse la vita oltre la mia chiusa finestra.

Compresi da subito dopo un’immediata chiusura che ciò che possedevo a sua volta possedeva me, che oltre le prigioni dei pregiudizi, dei desideri e degli affetti comincia la nostra vera vita.

Compresi che era imparare a vivere con poco per sapermi ascoltare. Compresi che rinunciare era il primo modo per saper non rinunciare, che non era ne miseria, ne avarizia, ne ascetismo, ne delirio da privazione, che ero finalmente io che bussavo alla porta del mio chiuso cuore, specchiandomi nella voce di chi per me a me parlava.

Ogni cosa che “possediamo” soffoca l’esistenza, mettendo in un angolo la vera vita, limitando le nostre capacità di cambiare, di fluire, di rinunciare a cose, a luoghi, a persone.

Capii che era imparare a trovare me stessa smettendo di guardare alle cose ed agli altri, sapendo rinunciare all’opulenza e alle persone, agli attaccamenti come alle illusioni.

Era saper scegliere privando ogni cosa del suo involucro per giungere al cuore di tutto ma soprattutto di me, per saper respirare, per cominciare a vivere.

Quante possibilità di felicità abbiamo davvero non corrisponde mai a quanti soldi introitiamo.

Era finalmente comprendere quanta complicità potesse esserci nella lotta per saper conquistare se stessi aiutando altri a fare altrettanto, quanto fosse forte lo stringersi quando salvarsi è amarsi e diventa più forte che possedersi.

Tutto ciò che possediamo chiede di esser attenzionato e nutrito, “guardato” e “difeso”.

“Ma poi perché?” Mi chiesi finalmente e seppi rispondermi.

Era spostare lo sguardo verso l’orizzonte oltre le cose , verso la me dentro le cose e mai sulle cose o su altri che non fossi io.

Era accettare la perdita e la privazione per aprire così ad una nuova occasione.

Era profondo lasciare andare tutto a partire dall’ego e dal mio piccolo io.

Era cominciare a fare per me quel che avevo da sempre aiutato a fare fare agli altri.

Era comprendere l’impermanenza della vita e la forza dell’esistere ed era scoprire un giorno che questa “rivoluzione” avrebbe potuto ispirare e fare sperare, liberare e avvicinare.

Era scoprire che nella nudità da ciò che si stringe e non si lascia andare , c’è la felicità di sapersi finalmente toccare e “ascoltare”.

Ero io nella saggezza di chi mi parlava e chi mi parlava avvinghiato incredibilmente alle mia capacità di saper ascoltare, incastrato da sempre nel mio profondo “essere” nel mio profondo esistere.

Era comprendere che ogni strappo, ogni graffio, ogni oblio, era da sempre la funzione capace di condurmi un po’ più vicino a ciò che da sempre cercavo e non sapevo.

Era ogni compulsione che compresa trovava pace, nella semplicità e nel poco, nell’assenza e nel vuoto , era ogni sortilegio che trovava cuore per mano ad ogni incantesimo che diventava amore.

Ero io che “tornavo a casa” per mano a tutto ciò che non possedevo e che non mi possedeva e che sotto ogni sole e sotto ogni Luna, d’inverno come in primavera, imparavo a liberare perché sapesse un giorno, divenuto oggi, trasformarsi in volo.

Tiziana Cerra Love Trainer
MASTER COUNSELOR - FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI - Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE (Consulente non medico)

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