Ho bisogno del freddo per poter scrivere. Quel freddo che se non gela brucia. Quel freddo che se non giunge dalla finestra salvifico giunge tra la pelle e il cuore. Quel freddo che solo quando ti attraversa svuotandoti i pensieri sa dirsi direzione. Solo un anno fa ero in procinto di prendere una delle decisioni più importanti della mia vita e decidere si sa, porta sempre con sé perdite e costi. La vera forza di un uomo emerge nella perdita, quando la vita strappa via dalla carne ciò che non lasceresti andare per nessun motivo al mondo, a costo di lasciare andare te. È così che l’anima si risveglia. È perché sia che giunge “la privazione” , anche se stentiamo a crederci la vita è perfetta e dona e toglie perché sia risveglio. È apprendere lezioni, è imparare che non si decide perché è giusto ma si decide perché la non felicità dice che è tempo. Ho incrociato un ricordo stamattina mentre percorrevo il corridoio scalza fino all’uscio e in quel momento di fronte ad una foto è stato davvero di nuovo tutto chiaro. Per non accontentarsi ogni volta occorre mollare di più, fino a lasciare andare del tutto, fino a quando senti che non fa più male, fino a quando comprendi che nascere è ritrovarsi ogni volta nudi e inermi e solo così pronti a scegliere ogni volta la difficoltà piuttosto che l’infelicità. Ancora più in profondità, ancora più in profondità, ancora più in profondità. Ama solo chi non ha misura nell’amare. Ama solo chi non si fa possedere dalla paura pur nel terrore puro e mentre si lacera le carni sa lasciare andare.

Tiziana Cerra

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