L’ANARCHIA COME AFFERMAZIONE DI SÈ, IL “DIRITTO DI AVERE PIÙ DEGLI ALTRI” COME VIA DI USCITA PER CREDERSI ED ESSERE, PER SAPERE ANDARE.


L’ANARCHIA COME AFFERMAZIONE DI SÈ, IL “DIRITTO DI AVERE PIÙ DEGLI ALTRI” COME VIA DI USCITA PER CREDERSI ED ESSERE, PER SAPERE ANDARE.

Se il tuo fare verso il mondo è quello del costante lusingarlo allora hai un problema.

Spesso e volentieri le nostre fragilità e il timore di ciò che gli altri pensano o dicono ci mettono nella situazione meccanica e inconscia di volerli lusingare, a tal punto da accettare di mettere il nostro sentire e il nostro essere in un angolo rispetto a ciò che gli altri vogliono e credono giusto. Così tanto da generare noi stessi compagini di prepotenti lusingati e lusinghieri che avvelenano l’intero mondo.

Se proviamo a respirare profondamente e a metterci in profondo ascolto di noi ci accorgiamo che il nostro “incensare” è solo l’elemento più visibile di una nostra profonda fragilità.

Ecco che allora tutto diventa gratuito, tutto diventa scontato e non parlo del denaro ma parlo del nostro tempo, del nostro dialogare, della nostra assertività costante.

La verità é che tutto ha un prezzo. È che ogni effetto va solo ricercato e risolto nella causa e mai nell’effetto esterno manifesto.

Non colpa altrui ma tua responsabilità.

Rieducare è lasciare noi e gli altri alle nostre singole e reciproche responsabilità ed essere responsabili dei nostri “no”, dei nostri dinieghi assumendocene il maggior onere di volerne retribuire invece i costi.

I privilegi e la libertà hanno un costo ma da pagare con noi stessi.

Il flusso di energia che generiamo può essere contaminato dalla debolezza e dalla piaggeria o spinto e veicolato dalla forza e dal coraggio.

La maggior parte delle persone più incredibili che io conosca paga questo costo ogni giorno, accantonando se stesso, piuttosto che decidendo di affrontare la possibilità del distacco e del totale dissenso altrui.

Ma la verità è meno altruistica di quanto possa sembrare. La verità è che dare privilegi senza domandare nulla è il migliore dei modi per generare nel beneficiario uno stato di costante dipendenza.

Dipendi dagli altri perché non puoi fare a meno che gli altri non dipendano da te.

La lusinga é essere infantili in due, è consentire all’altro di non prendersi la responsabilità di essere capace, consapevole, con una identità ferma e inamovibile. Onesto.

La lusinga è “se tu dipendi da me e io dipendo da te allora possiamo farcela” ma la lusinga non è identità non è vivere. Non si vive dipendendo ma alzandosi da soli e anche con il vento contrario e senza nessun apparente sostegno o consenso.

“Io ti responsabilizzo se ti chiedo oggi di esser forte, anche se questo mi rende oggi tuo apparente nemico, anche se questo mi mette oggi nella possibilità di non essere d’accordo con te e di non averti in accordo con me.” questa è l’unica soluzione.

La verità é che servilismo e piaggeria sono veleno per la nostra vita e per l’altrui crescita e per la crescita del più intero mondo.

La verità è che in occidente viviamo di falsi miti. Viviamo di idealizzazione e di culto della personalità, viviamo per sembrare buoni e non per esserlo, viviamo per piacere piuttosto che per essere giusti e volere per noi ciò che è più giusto. La verità è che in Occidente viviamo di apparenze e non di sensazioni, di un continuo incensare e non di “cultura del chi sono” e del “chi sono gli altri”, non di capacità di essere noi stessi ad ogni costo assumendocene gli oneri come la responsabilità ma di voler sembrare senza mai però essere davvero chi siamo.

La verità è che in Occidente, viviamo da vigliacchi. In Occidente vince chi è più aggressivo sentendosi “il più forte” e non chi è più consapevole e che dovrebbe davvero sentirsi tale.

È così che si sviluppa l’anarchia di chi avrebbe tutto il diritto di affermare se stesso così come è, semplicemente risvegliandosi al credo più profondo di sé, del suo profondo e incontestabile valore.

La separazione tra essere e sembrare, tra sentirsi e venire accettati, tra credersi e venire incensati.

Ecco che emerge ciò che più di ogni altra cosa è. Essere bloccati in sé stessi, l’incapacità di riuscire a tirare fuori quella indomita forza che ci rende indipendenti e responsabili, forti e incorruttibili, fiduciosi di noi e liberi, ci rende deboli e in balia del mondo a tal punto da indebolire il mondo.

Ecco che spesso dietro a taluni “sfoghi” manifestazioni plateali della nostra “anarchia”, non c’è solo colui o colei che eccede con le cose più semplici e a portata di mano: droga, dipendenze, alcool , sessualità compulsiva e meccanica ma colui o colei che tenta di sottrarsi a se stesso per il timore degli altri, anestetizzando la propria incapacità di affermare il proprio essere e il proprio sentire perché incapace di sottrarsi ai pareri discordanti o concordanti dell’intero mondo.

Dei veri e propri “spacca sistemi” che per l’incapacità di sottrarsi al giudizio del mondo trovano nell’anarchia e nel fare cose “contro il buon senso comune” l’unico modo per disotterrare almeno per un momento se stessi.

Salvare il mondo vuol dire: “mi prendo la responsabilità di fallire tirando fuori me stesso così come sono e così come sento ma senza scendere a compromessi”. Salvare il mondo vuol dire, alzare il culo dai comodi sedili in pelle del consenso e dei benpensanti e attraversare i sentieri spinosi e austeri di chi non si alzerà con te ma tenterà di riempirti di onta, giudizio e di spine. I suoi.

Salvare il mondo vuol dire che se osservi il tuo eccedere e guardi alla causa delle cose, se smetti di voler dipendere allora forse sarai in grado di trasformare qualsiasi altra tua dipendenza.

Droga, cibo, alcol ed ogni dipendenza possibile non sono il tuo problema ma la tua manifestazione anarchica verso il mondo, a causa del tuo dal mondo dipendere.

Perché hai avuto bisogno di questa esperienza? Cosa fa scattare in te l’anarchia? Cosa fa scattare in te la ribellione? Cosa fa si che preferisci il ripudio del mondo piuttosto che l’accettazione di chi sei davvero?

Posa il “bisogno” di facili consensi e smetti di avere bisogno di qualcosa o qualcuno che non sia tu.

Se vuoi smettere di essere “anarchico”, smetti di auto sabotarti e inizia a crederti. Se vuoi trasformare le tue dipendenze smetti di dipendere. Se vuoi vincere ed essere “consentiti il diritto di avere più degli altri”, partendo in primis dalla presunzione di essere per il mondo così dannatamente perfetto da essere chi solo tu, per il mondo, puoi e sai essere.

~ Tiziana Cerra Love Trainer

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