SCUSE AL DIVINO FEMMINILE DA UN GUERRIERO IN TRANSIZIONE


SCUSE AL DIVINO FEMMINILE DA UN GUERRIERO IN TRANSIZIONE

Allego a questo mio scritto uno stralcio tratto da un brano di Jeff Brown. È il momento del risveglio, quello dove uomini e donne si accorgono di non essere separati ma uno di due. Entrambi sanno ora prendersi la totale responsabilità della propria sofferenza e del proprio risveglio, fisico e spirituale, per offrirsi risolti e risorti all’altro. Il sacro momento in cui il guerriero trascende con consapevolezza la sua umanità abbattendo le sue illusioni, accompagnato dall’amore della sua sacerdotessa. Il sacro momento in cui le distanze aumentano e l’oscurità si infittisce per potersi fare presto giorno, le sofferenze si cercano prima dei corpi per fondersi e sostenersi, la confusione prima si fa più ardua per farsi notte e oblio e solo poi per diradarsi e diffondere nuova luce. I generi scompaiono, le rabbie e le paure si inabissano e le anime per mano leggere, si risvegliano. L’io diventa un noi universale. Le gabbie e i muri evaporano, lo spazio si fa semplice respiro e il tempo scompare. Due diventa uno, la percezione si fa natura e lo scopo si fa esempio e storia. Il guerriero al risveglio si scusa con la sua sacerdotessa e con l’intero femminile sacro, in un rituale non fatto di parole ma di esistenza ritrovata, per essere d’esempio per tutti i guerrieri e perché ogni donna riconquisti senza paura il suo femminile, ricominciando così a credere in se stessa, ricominciando così a credere nella natura perfetta dei guerrieri, che hanno solo bisogno di tempo, pazienza e amore per ripulirsi dall’animalità, dal senso di inadeguatezza e da secoli e secoli di fango. Tiziana Cerra

“Mi scuso per non aver saputo distinguere il guerriero benevolo dal guerriero senza cuore, un riflesso della confusione che è dentro di me, fin dai lontani campi di battaglia.
In quel tempo non potevo aprire il mio cuore, sarei stato troppo vulnerabile e avrei rischiato la vita.
E’ così che il condizionamento della rigidità e chiusura come armi per difendere me stesso e gli altri dagli attacchi esterni si è protratto nel tempo.
Ora, però, vedo che in questo modo mi sono allontanato da te, ho interrotto il ponte che collegava i nostri cuori, ora lo vedo e mi scuso.
Mi scuso per la mia perpetua assenza, un riflesso della mia assenza interiore, un riflesso della mia incapacità di connettermi a te. Un cuore stretto nell’isolamento che non sapevo liberare, non avevo gli strumenti per farlo, mi mancano ancora molti strumenti ma sono disposto ad aprirmi ed imparare.
Mi scuso per la mia incapacità di distinguere una relazione dalla guerra.
Come guerriero in territorio nemico ho saccheggiato e mi sono preso quello di cui avevo bisogno, per poi strisciare via senza esser visto.
Avevo la guerra nella mente e non vedevo il fiume d’amore che fluiva oltre il campo di battaglia.
Ora riconosco che l’amore è l’antidoto per lasciare andare la corazza che copre il mio cuore, ma fin’ora non mi è stato possibile bere l’antidoto ero ancora nel bisogno di proteggermi.
Mi scuso per non aver permesso ai miei occhi di vederti, erano pieni di rabbia e lacrime mai versate. So che non è una consolazione, ma io non potevo vedere neanche me stesso.
Vedevo solo quello che serviva al guerriero dentro di me, il mio specchio era il campo di battaglia.(…)
Mi scuso per la mia sessualità scollegata dal cuore, so che hai desiderato a lungo ricongiungere il piacere con l’anima, ma c’erano troppe difese intorno al mio cuore; ci sono stati dei momenti in cui le tue vie d’amore mi hanno mostrato un bagliore di verità, ma non c’era intorno a me nessun modello che mi sostenesse nel rimanere connesso al cuore. Mi dispiace per questo, perchè ora so che una sessualità sacra è il percorso che ci riporterà verso Dio.
Mi scuso per i miei atti orribili di violenza, un riflesso della mia rabbia accumulata, della mia incapacità di distinguere i nemici dagli alleati. So, che non esistono parole che possano sanare le ferite che ti ho inflitto, questo lo so, ed è per questo che spesso sono scappato davanti a te; nascondevo il mio viso per la vergogna, ma ho capito che questo atteggiamento non migliora le cose. Ora, guardo negli occhi la violenza che ho perpetuato e cerco un luogo amorevole per chiederti perdono e perdonarmi.
Chiedo a tutti i guerrieri d’amore di riconoscere, senza senso di colpa, ma prendendosi la responsabilità per tutta la violenza e l’orrore che il nostro genere ha protratto sulla Terra.
Il Guerriero d’amore riconosce la via sbagliata e fa tutto il possibile per ritrovare il giusto sentiero.
Mi scuso per la mia incapacità di sviluppare un rapporto consapevole. Tu, eri lì con il cuore aperto ad accogliermi, ed io ero spaventato, perchè conoscevo le barricate ma non le porte aperte, per me quello era un terreno sconosciuto.Mi scuso, perchè ora so che mi stavi chiamando per tornare a Casa.(…)
Attendo con impazienza , il momento in cui le nostre anime si ritroveranno, il momento in cui i nostri cuori cammineranno verso la stessa direzione.
Non ti cercherò perchè tu gratifichi il mio ego, neanche per il tuo aspetto esteriore, ti cercherò perchè la tua stessa presenza mi richiama fuori dal nascondiglio che ho scelto per la mia anima.
Ho ancora addosso l’armatura, ma ho scelto una via nuova.
Dopo così tante vite con le armi fra le mani, sfiorare un cuore mi confonde, ma so intuitivamente che questa è la via di casa.
Ti prego di non rinunciare a me, prego tutte le donne di non rinunciare ai guerrieri. Verrà il giorno in cui diventeremo guerrieri d’amore e perderemo i confini ispidi che abbiamo costruito.
Ti incontrerò sul ponte ricostruito della nostra sacra intimità, mano nella mano, cuori aperti per ricevere e donare, senza più paura, senza più bisogno di combattere e difendersi.”

~ Jeff Brown

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