Cercami. Sono così da parte che neanche io mi trovo. Cercami altrove, nel posto in cui si sbrogliano i nodi, negli angoli di chi non mi vuole e dopo mi perdo nel niente. È proprio in quel niente che devi cercarmi, nel "ciao" che ti dico di fretta, nei piedi che striscio e poi faccio saltellare.
Ascoltami. In tutto quello che non dico io ti sto parlando. Ti parlo mentre sono io ad ascoltare te e nel banale che ti dico c'è tutto quello da sapere. Ascoltami la sera quando farfuglio i pensieri, quando mi blocco e mi metto a balbettare. Oppure di giorno, ascoltami con gli occhi quando ti guardo, senti i discorsi che ti faccio anche quando giro la testa.
Guardami. Mi vedi solamente se sai guardare bene. Guardami col cuore, quando rido e sono scemo, guardami se piango, che quando lo faccio non mi vede nessuno. Guarda ogni cosa che non mi riesce di fare, i limiti e ogni difetto, guarda le cose che non ho, tutte le mie le ansie e le mie paranoie. Guardami quanto sono diverso e così uguale a tutti quanti, guarda la ferita sotto la maglia, guardami oltre come nessuno sa fare e tutti quei sogni schiantati negli occhi.
Pensami. Seguimi con la mente che tanto io non scappo. Pensami se hai tanto da fare e non solamente se mastichi noia. Mettimi a girare in mezzo alla testa come fossi orbita intorno, pensami che magari anch'io ti sto pensando, senza chiedermi se io lo stia facendo.
Parlami. Fallo con la dolcezza di cui sei capace. Taglia l'aria pesante con parole leggere, anche se non hai niente da dire fallo ugualmente. Parlami come quando mi parli di notte, quando esce dalla bocca la cosa più vera, raccontami storie anche se non ci credo, parlami di domani che deve venire.
Sopportami. Sono colui che ricuce gli strappi. Sopporta la paura in cui voglio restare, nel timore di ogni cosa sono quello più vero. Sopporta il fatto che non ne voglio sapere, che non somigli per niente a quello che avevo. Sopporta ogni volta in cui mi allontano, ogni volta in cui non mi faccio trovare.
Liberami. Dalla monotonia e dalla falsità della gente portami lontano, portami via con la fretta di chi vuole esser felice e toglimi di dosso questa calma apparente. Liberami di questo me che non riconosco, che mi parla e io non ascolto, liberami il cuore che si ostina a restare, fammi tornare a quello che ero.
Amami. Toccami il cuore in modo diverso. Amami restando dove tutti sono andati, dove tutti trovano altrove di meglio. Amami per quello che sono stavolta, senza lasciarmi negli stracci di ciò che non sono.
E tienimi. Dalla la torre dei sogni non buttarmi come scarto, tienimi come fossi l'unico uomo sulla terra, senza il confronto con altri perché gli altri non sono. Tienimi senza alcuna promessa né inganno, fammi restare dove tu vuoi restare, tendendo fede a quello in cui credo, ho capito ciò che significa amare.

[EC: Just a lullaby to forget per Alice, Stregatto e Il Cappellaio Matto]

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