Ogni anno in Giappone , la notte del 7 luglio, si scrivono i propri desideri su delle strisce di carta di vari colori (tanzaku), che si appendono a un ramoscello di bambù (L’albero dei desideri). Poi si pregano le stelle affinchè questi desideri possano realizzarsi. La leggenda narra di Orihime e Hikoboshi e del loro amore contrastato e dell’incantesimo che li porterà ad incontrarsi per l’eternità solo una volta all’anno, proprio il 7 luglio. Da qui nasce il mio desiderio di scrivere la mia lettera d’amore, proprio oggi in questa notte magica e speciale.


Ogni anno in Giappone , la notte del 7 luglio, si scrivono i propri desideri su delle strisce di carta di vari colori (tanzaku), che si appendono a un ramoscello di bambù (L’albero dei desideri). Poi si pregano le stelle affinchè questi desideri possano realizzarsi. La leggenda narra di Orihime e Hikoboshi e del loro amore contrastato e dell’incantesimo che li porterà ad incontrarsi per l’eternità solo una volta all’anno, proprio il 7 luglio. Da qui nasce il mio desiderio di scrivere la mia lettera d’amore, proprio oggi in questa notte magica e speciale.

“Scusami per ogni volta che ho badato a me stessa chiedendoti di interromperti. Scusami per ogni volta che ancora lo faccio, ieri, l’altro ieri forse oggi, quando non mi scanso semplicemente lasciandoti fare.

Ho compreso che in relazione è normale che tutto di te travolga anche me ma che il mio compito non è pretenderti diverso, il mio compito e fortificarmi, abbandonandomi a quel che accade senza giudicare, trasformandomi in ciò che sono e che forte di sé null’altro pretende.

È che ho imparato ad amarmi come tu mi hai insegnato anche nelle mie fragilità, il mio compito è quindi ora anche perdermi, anche battere i piedi quando mi manchi e non riesco a portarmi dentro me per cercarti, quando pretendo di sapere che ci sei e che tu me lo dica.

Viviamo relazioni che poco hanno a che fare con l’amore e tutto hanno a che fare con la guerra, con un combattimento assurdo nel quale chissà perché vince chi sconfigge l’altro, vince chi si impone sull’altro, annullando l’altrui volere, punendoci in continuazione.

La verità è che io ti credo. Io ti credo da sempre. Ti credo quando ti intercetto in ogni tua debolezza che tenta di spingermi a scordarmi chi sei. Ti credo quando mi scanso fortificandomi ogni volta che tutto di te mi mette in discussione. Ti credo nel tuo tentare di conformarti al mondo, pur sapendo quanto tu stesso lo detesti quello stesso assurdo mondo.

Ma come posso pensare di amarti se impongo me a te? come posso fingere che tu possa amarmi se non mi fido di te?

Oggi tutto cambia e di nuovo e a te io mi abbandono.

Oggi fermo ogni mio circolo vizioso perché sappia divenire circolo virtuoso.

La vera conquista è abbandonarmi a tutto di te, anche a ciò che di te mi fa più paura e mi spazientisce.

È chiudere gli occhi e sentire che per me da oggi tu sei nube nel tuo cielo che mi accoglie fluttuando.

Ovunque noi siamo io sono nel tuo cielo mentre disegno il mio e mentre da te mi faccio portare.

Conducimi, così come credi e come solo tu sai.

Fai di me quel che vuoi ma in questa distanza di noi che tanto a me è necessaria, ora.

Non è distanza ciò che non è paura, non è circostanza ciò che non dice il cuore, è occasione ciò che è spazio da te e da me per credo, per crescita , per divenire migliori, per ricordare e sapere fare, per regalarci guariti e per sceglierci tra tutti.

Agisci e senti, mentre io agisco e sento, mentre fluttuo nel tuo cielo laddove tu mi stai insegnando la fiducia.

Non è armare il cuore o chiedersi chi vince perché è chiudendo il cuore che si perde.

È crederti di più, universo e cielo, è fidarmi profondamente , è assolutamente sostare qui dove sono colorandomi di me ma con un piede che in ogni istante ti sfiora.

È volere me più pronta a me e solo così più pronta a te.

È trovare la certezza che il primo modo di amare è dato dalla rinuncia all’ego e dalla rinuncia a importi me stessa e ciò che io ritengo sia giusto per vivere. Chi sono io e non chi siamo noi è solo la morte di noi.

È dirti noi non siamo “IO”, noi non siamo “TE” ma noi siamo “NOI” e siamo noi solo se entrambi fluiamo ma nelle nostre singole individualità, nelle nostre speciali identità vicini come lontani.

Non sei tu che “vieni e vai”, siamo noi che non siamo pronti.

Non sei tu che sbagli qualcosa, siamo noi che abbiamo bisogno di più tempo.

Non sei tu che sei stupido o superficiale, siamo noi che dobbiamo approfondire.

Ognuno è ciò che è , ognuno fa ciò che può, ognuno da ciò che sa.

Ma ciò di cui oggi sono certa è che amarti come nessuno, vuol dire dirti: “io riesco a fare e fino a così e tu sai fare ma fino a lì. È questo che ci rende “NOI”.

Non è spingere o accelerare e saperci dare il tempo giusto per crescere ed essere e aver certezza che mentre tu fiorisci io nasco, che mentre io mi fortifico tu riconosci ciò che ti serve per respirare, che mentre io depongo le mie armi tu ti avvicini a me, facendo sempre più attenzione ai tuoi spigoli.

Sono tua ma solo da ora.

Ieri mi sbagliavo, ieri non lo ero e non lo ero neanche un’ora fa.

Lo sono ora che so dirti: “so chi siamo noi perché mi fido di te. Non sono fatta per dare ordini o per subirne ma sono fatta per dirti che oggi so che tu sai cosa è giusto, so che tu sai cosa fare. Lo fai da sempre con me, hai fatto così per sapere arrivare a me in ogni singolo passo di questa tua umana vita, scovandoli laddove solo tu potevi scorgermi.

Me, due passi indietro per farti avanzare.
Me, due passi indietro perchè è sapermi fidare. Me, due passi indietro perché ovunque andrai saprai sempre voltarti e cercarmi tra la folla se mi smarrisco.

Te per riconoscermi ancora , per guardarmi e tendermi la mano ancora, per salvarmi e tirarmi a bordo dal mare in tempesta, ancora e poi ancora, e poi ancora .

Eccomi mentre “divento me stessa”, ecco mentre ricordo che io sono compito tuo.

Io sono compito tuo. Io sono davvero compito tuo.

Eccomi mentre comprendo, ora lo so. In quel modo seppur così doloroso per me, con ogni tuo singolo moto, con ogni tua singola azione, con ogni tuo coraggio per te, tu facevi anche per me, mentre spostandoti mantenevi la promessa e la direzione, mentre avvicinandomi, tu dall’infinito tempo ti sfinivi e ti sfidavi “solo” , per riportarmi un po’ più vicino a me, per riportarmi per mano fino a casa.

Tiziana Cerra Love Trainer
MASTER COUNSELOR
FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI
Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI 
e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE
(Consulente non medico)

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