Sono molte le variabili all’interno di un accadere che possono cambiare il corso delle cose. Il tuo continuare a reagire, a spingere, a cancellare, a tentare di uscire, ad accelerare ciò che accade, cristallizza e aumenta “il problema”, non lo risolve. Il pensare di aver capito non ti restituisce all’anima e a ciò che va solo respirato. Ogni guarigione è un atto spontaneo, un moto interiore che avviene “senza fare”, perché avviene da sé, apprendendo prima però a dismettere ciò che hai sempre manipolato, agito, pensato, generato, reagito. Non mutare, continua ad amplificare l’insofferenza. Restituirti a ció che rifuggi è la vera rivoluzione. Tutto questo ha a che fare con l’osservazione, con la consapevolezza, con il so-stare e con il ritornare dentro ciò che fatichi ad assecondare, “dentro” ciò che continua a farti reagire in modo automatico ed incontrollabile. Dentro ciò che alla fine ti porta a disegnare un perfetto circolo vizioso, dove alla fine tutto risulta poi sempre dolorosamente uguale.
tizianacerra.com

(Foto Oscar Söderlund, unsplash)

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