Chi non è eccessivo, è che non riesce ad esserlo, legato ancora da ciò che va fatto piuttosto che da ciò che sente di dover fare. Ascoltarsi comincia da bambini, quando è importante esser creduti per ciò che si sente, per ciò che si sceglie, per ciò che ci differenzia ma diviene il primo dei doveri da adulti. Essere eccessivi vuol dire non avere padroni, non avere briglie, vuol dire esporsi, non senza paura ma ogni volta attraversandola quella paura, addentrandosi in quella paura, con sulla pelle la vergogna di dire, di esprimersi, di osare ma ogni giorno un po’ di più con la conquista e l’orgoglio di essere. Unici, spesso isolati e tacciati ma mai soli, perché solo, è solo chi non appartiene a se stesso, non chi decide di non appartenere agli altri. tizianacerra.com

(Foto Gijs Coolen, Unsplash)

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