Abbiamo la sensazione che il nostro soffrire debba avere un tempo limitato e sia circoscrivibile, che una sofferenza protratta identifichi qualcosa in noi di sbagliato, fallato, una direzione errata. Ognuno di noi ha un suo tempo di svestizione, di elaborazione, di riconoscimento, il viaggio interiore richiede respiro e pazienza ed un tornare sempre ad ogni ostacolo a fidarsi e a qualsiasi costo. Il nostro suggeritore interiore nell’attendere il nostro essere pronti, rimane silenzioso, in attesa e aspetterà il momento giusto per rivelarci ogni cosa necessaria. Quando senti quindi di essere di nuovo in sofferenza, invece di fomentare il tuo pensare di essere in errore, prova a cambiare piano piano narrazione, ti stai allineando ancor di più a quella saggezza interiore, al tuo suggeritore animico. Non è cambiare tutto ma aprire ancora di più alla fiducia.
tizianacerra.com

(Foto Agung Pratamah)

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