Totò e la sua perfetta solitudine. Perché non siamo tutti uguali, perché l’unicità è preziosa e ognuno dovrebbe avere il diritto all’esser diverso, in un mondo che ci spinge a creder di essere tutti uguali.
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"SONO UN MISANTROPO,
LA BASE DELLA MIA VITA È LA CASA.

"Sono molto solo:
non terribilmente solo. Perché io amo esser solo.

Ho bisogno di essere solo: per contemplare, per pensare.

A volte mi danno noia perfino le persone che amo:
mia figlia, mia moglie.
E, quando accade, zitto zitto, mi alzo e vado in camera mia.
Sì, è difficile viver con me:
questo è un rimprovero che le mie compagne mi hanno sempre rivolto, che all’inizio mi rivolgeva anche Franca.

Ora Franca vi si è assuefatta, trova questa vita normale sebbene sia giovanissima.
Pensi:
ha solo 32 anni.
Prima invece.La capivo, sa?
Capivo che le sarebbe piaciuto andare nei posti, nei night.
Ma a me non piace, non è mai piaciuto. Io, quando vedo quel divertimento falso non posso fare a meno di pensare che dietro a ciascuna di quelle persone v’è un dramma:
il pianista magari ha le scarpe rotte, l’industriale ha le cambiali che scadono, l’entraineuse ha il figlio ammalato.

Gliel’ho detto:
sono un misantropo, la base della mia vita è la casa.
La casa, per me, è una fortezza, quasi una persona.
Quando vi entro la saluto sempre come una persona:
«Buonasera, casa».
Oggi, per esempio, Franca è a Lugano e in casa son solo.
Be’: ci sto benissimo.
Sì, è molto difficile viver con me.
Eppure, matrimoni a parte, non ha mai fatto lo scapolo "

[Antonio de Curtis in arte "Totò”]

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