CHE CI SIA PIU MEMORIA NEL CUORE E PIU CUORE NELLA MEMORIA (Repost 28 giugno 2017)


CHE CI SIA PIU MEMORIA NEL CUORE E PIU CUORE NELLA MEMORIA (Repost 28 giugno 2017)

Ieri.

Battibecco da stamattina con me stessa. La strada è la solita per questo decido di cambiarla. Continuo a destrutturare perché è me che voglio mettere alla prova e misurare, sento di aver bisogno di nuovi paesaggi, di nuovi passaggi, come di nuovi punti fermi. È a me che cambiando continuamente strada, devo arrivare.

Stamattina è il giorno nel quale mi pare di rifiutare tutto, anche ciò che pare sussurrarmi il cuore. Anche le controversie di un paese che ricorda una data senza scolpire sul cuore ciò che davvero dovrebbe ricordare.

Decido di non imboccare l'autostrada, ma di fare il giro dei paesini per arrivare in centro più lentamente. Ho bisogno di tempo oggi, di lentezza e di pazienza per me e per ogni mia sensazione. Ho bisogno di riflettere nel cuore.

È una strada che ho percorso più e più volte questa, seppur non, con così abitudine. Talvolta mi piace imboccarla perché costeggia la collina e si riflette silenziosa sulle rive del Po. Silenziosa, come me oggi.

Sono spaesata. Ho portato Carola all'asilo era molto nervosa sono poi andata a prendermi un cappuccino al bar con Andrea e con mia mamma. Quanto sono fortunata mi sono detta, ricordandomi di questo "giorno della memoria" e di tutti i trascorsi della mia famiglia di "emigranti" di tutte le storie che graffiano il cuore, storie di persone che amo, così come di sconosciuti.

Oggi più che mai so di essere il terreno sul quale tutto poggia , quando il terreno muove, tutto traballa. Ed io ne ho consapevolezza. Ecco così oggi è. Avrò pazienza con me oggi e mi amerò così come oggi sono. Perché ciò che è avvenuto al mondo e agli esseri umani mi poggia sul cuore, come un possente e austero macigno.

I giorni per ognuno scorrono diversi tra loro ed io rifletto sul significato dato fino ad oggi ad ogni passo, ad ogni singolo e lento passo. Non per ragionarci ma per farli miei e per trovare maggiore gratitudine per ogni piccola cosa, è importante spingersi verso la gratitudine, quando tutto sembra portarti verso la direzione opposta. Mi sento orgogliosa di ogni oncia di questo coraggio, di questa forza che mi porta a superare ciò che per me, ha sempre rappresentato l'insuperabile e che invece sto attraversando a testa alta, decisa.

Oggi che questa data mi chiede di riflettere, mi interrogo sul significato del giudizio e dell'inganno delle apparenze, dell'andare oltre il colore delle cose.

Riprendo la strada cittadina verso l'ufficio e lascio correre i miei pensieri, oggi così taglienti e impenitenti. Guardo lo specchietto retrovisore, questa sono io. Anche gli occhi tremano e tentano di parlarmi, oggi ho però bisogno che tutto taccia. Abbasso lo sguardo di nuovo sulla strada. Sciolgo i miei lunghi capelli dapprima fermati da una bacchetta di legno, poggio la bacchetta di legno sul sedile destro, scrollo la testa e tiro un sospiro ma non di sollievo, i capelli scivolano sul viso e ritornano di nuovo a coprirmi gli occhi...ecco,mi sento più al sicuro ora, così. È da stamattina che i dolori del mondo lasciano la mia carne al vento e i miei occhi umidi. Così dietro i capelli sono gli occhi e il dolore è al sicuro.

I capelli sul viso sembrano accompagnare i pensieri e le fragilità che da giorni mi confondono, tentano di raccontarsi e di raccontare troppo. È così quando cercano conferme fuori, insicuri dentro. Sarà un nuovo traguardo domani lo so, lo sento. Aspetterò domani. Sarà un traguardo di pace, per questo dobbiamo adoperarci ognuno nel proprio piccolo, ognuno laddove è.

Nel tratto di strada che collega il paesino nel quale vivo a Torino si avvicendano un sacco di auto e di interruzioni stradali. Anche la strada verso l'ufficio si interrompe a più e più riprese oggi, in provincia così come in centro a Torino dove i vigili chiudono molte vie, per la potatura degli alberi, ciò che è dentro, é anche fuori. Tutto si interrompe, fuori come dentro. Mi specchio nei dolori del mondo e mi fermo.

Tutto sembra in contrasto oggi, i volti cupi che incontro e i tiepidi raggi del sole che cadono pacifici sugli occhi dei passanti e sul tergicristallo della mia auto, su me. Tutto sembra ricondurre a questa data. Tutto è memoria, tutto è dolore e pianto.

Ho dormito poco di nuovo stanotte. Il sonno era interrotto da mille e mille pensieri, così come la strada verso lo studio. Tutto è, tutto mi parla. Oggi mi sento interrotta anche io. Lascio che tutto continui a parlare, ma oggi spengo e non ascolto nulla che arrivi da fuori.

Tra la collina e Torino una grande pista ciclabile costeggia il fiume Po, unendo la provincia con il centro storico di questa controversa città sabauda . Oggi per la prima volta sento di appartenere a questo posto un po' anche io, oggi per la prima volta sento di assomigliare un po' a tutto questo e sento anche che forse ogni battaglia intrapresa negli ultimi anni , l'ho abbracciata perché tutto questo l'ho sempre un po' combattuto e rifiutato , per non assomigliare troppo e troppo profondamente, a ciò che così poco amo.

Il giorno della memoria oggi, è cominciato così, con questo peso sul cuore. Le mie origini mi ricordano il giudizio, l'isolamento, le cattiverie gratuite, il pregiudizio, l'insolenza, il bullismo, le sopraffazioni, il senso di solitudine e di smarrimento verso l'arroganza ed il razzismo, storie di vita vera vissute dalla mia famiglia e da molti, troppi, uomini e donne che profondamente amo.

Rifletto proprio per questo, sui controversi comportamenti degli esseri umani, che sembrano voler redarguire ciò che questo giorno vuole ricordarci, pur millantando di averne compreso il profondo significato, sembrano quasi non voler applicare alla quotidianità, l'umanità che tutto questo vorrebbe e dovrebbe insegnarci.

Sento profondamente il desiderio di un'umanità al di là delle differenze, senza pregiudizi di pelle o sessualità, di razza o di spiritualità. Scevra dal giudizio e dal pregiudizio, questo sento e questo determino.

Torno al mio libro e dentro me oggi. Chissà che io non riesca ad uscirne prima di rivedere i miei bambini, tra poco, riuscendo a riaprire a ciò a cui da mesi tento di aprire. Pensavo di esserci riuscita a spalancare il cuore, ma una folata di vento in questi giorni ha richiuso la porta e me, immobilizzandomi di nuovo dietro di essa.

Uscirò oltre questa porta stasera per stringere i miei figli e raccontare loro che il mondo ha bisogno di uomini coraggiosi capaci di infondere speranza e creare unità, questo è il compito di ognuno di noi, di ognuno di loro, dobbiamo adoperarci ognuno a modo proprio, per essere uno di quegli uomini o una di quelle donne che tornati a casa possano chiedersi cosa fare perché giorni come questi non rimangano semplici date. Racconterò ai miei figli la storia di Sir Nicholas Winton e altre due storie a me molto care nel cuore. Diró loro che dobbiamo coltivare amore e gratitudine e che le storie dei guerrieri del cuore, fanno più rumore di qualsiasi esplosivo.

Tiziana Cerra Love Trainer
MASTER COUNSELOR
FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI
Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI 
e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE
(Consulente non medico)

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