INSEGUIRSI IN UN ESISTERE CHE SFUGGE ALLA COMPRENSIONE ED AL SENSO PER RITROVARE “CASA” OLTRE LE PORTE DEL TEMPO


INSEGUIRSI IN UN ESISTERE CHE SFUGGE ALLA COMPRENSIONE ED AL SENSO PER RITROVARE “CASA” OLTRE LE PORTE DEL TEMPO

Ho sempre pensato ci fosse qualcosa di più profondo a muovere i miei istinti così come ogni mio passo.

Sentivo che a chiamarmi verso questo mondo che stavo esplorando ci fossero dei passi già percorsi, dei dolori già attraversati, una felicità già assaporata e un’esistenza già vissuta.

Nulla di “vecchio” ma tutto molto antico.

Era trovarsi spesso in confusione e fuori posto, quasi nel non riconoscimento di equilibri conosciuti dal cuore ma che il corpo faticava a credere e a seguire, equilibri che mi erano necessari.

Sempre più forte, sempre più forte.

Più avanzavo e più ritornavo sui miei passi antichi a cercare vecchi sapori, a percorrere vie ciottolate tra case piccine e avvinghiate e ad abbracciare chiunque arrivasse da molto lontano per trovarmi a me più vicino.

Era il perdersi in ciò che vivevo e che tutti apparentemente volevano ma che a me non apparteneva.

Era ritrovarsi tra le pieghe di una memoria che sapeva, anche quando sembrava fermarsi incantata a contemplare senza però sapere arrivare.

Era percorrere il tempo, ignorando il tempo e lo spazio.

Era misticamente aver scelto una condizione complessa per sforzarmi maggiormente e per tornare oltre la mente.

Era ritrovarsi in situazioni già viste, con un coraggio nuovo che però faticava a credersi.

Era svegliarsi confusi quasi non comprendendo dove fossi, come appena atterrata da chissà dove, come appena giunta da chissà quale parte.

Sentivo in me una forte appartenenza che mi chiamava a esistere, che mi spingeva a vivere in un modo “fuori dal tempo”, in un senso “fuori dal vento”.

Era decidere che assomigliarmi non era seguire i flussi del mondo ma ricreare nuove e antiche onde.

Era continuare a perdersi tra i più, era continuare a non riconoscersi, era continuare a credere e a risvegliarmi di me.

Era credere che un giorno arrivasse qualcuno e qualcosa a prendermi le mani e a chiedermi di correre.

Era essere perché in me c’era già tutto ciò che ero, tutto quel che amavo e tutto un senso dell’esistere che dovevo e potevo portare per contribuire e per sapere attraversare il mondo, mentre ad ogni mio passo raggiungevo e portavo a me più vicino il senso di tanto camminare e il perché di tanto cercare.

Era fidarmi, era affidarmi ed era scoprire che nulla di nuovo puó esser creato se prima non scopriamo chi davvero siamo, quale terra abbiamo calpestato, cosa muova il nostro cuore e quanto intensamente abbiamo amato.

Tiziana Cerra - Love Trainer
MASTER COUNSELOR
 - FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI
 - Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI 
e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE - 
(Consulente non medico)

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