Talvolta non essere riconosciuti dal proprio partner porta alla ricerca di maggiori momenti personali, in autonomia o altrove, per ritornare a riconoscersi o forse per riconoscersi davvero e per la prima volta. L’indignazione che spinge il cambiamento. Il partner attiverà in risposta, rincorsa e ricerca di continue spiegazioni, attenzioni, per poi d’un tratto cominciare a fuggire a sua volta, dopo averle ottenute e poi di nuovo una inversione dei ruoli e ancora e poi ancora … e così all’infinito. Diverrà in questo modo combustione e circolo vizioso, che prima o poi uno dei due dovrà spezzare, sarà altrimenti continuo perdersi per ritrovarsi, un costante e necessario sfuggirsi per riprendersi, per comprendersi, per continuare ad “esserci” ad appartenersi. Essere chi siamo. Riconoscere “chi non viene visto”, noi e non l’altro. Appartenersi. Appartenere cioè a se stessi e non appartenere al partner.
Tiziana Cerra
www.tizianacerra.com

Ph. Brooke Cagle, Unsplash


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