Ti accarezzo senza sfiorarti, come sanno fare in Giappone. In quel luogo di noi che è sempre stato noi. Questo spazio, qualcuno lo chiama lontananza, chissà poi perché. Io allungo la mano e sento il tuo viso, chiudo gli occhi e vedo il tuo respiro, alzo gli occhi e mi appari lì, sul tuo letto.
Corri, cadi, ti risollevi. Mi chiami.
Ho avuto paura e con essa sono risorta dal più grande dei dolori. Non si va da nessuna parte mai quando ci si appartiene, dentro, come chi affida all’altro la parte più difficile di se stesso. Chiunque non sappia, non sa chiamarla fiducia. Tanto non sarei andata da nessuna parte, sarei caduta per un istante ma poi, lì, in quello stesso sordo dolore mi sarei rialzata. Tu sei qui, sei sempre stato qui ed io lì, in ogni ovunque di te. Fiduciosa. Coraggiosa. Fiera. Ancora e poi ancora. Respiro del mio respiro, perché di ogni mio perché. Mio tormento e mio amore immensamente grande. Immensamente immenso, amore mio.
Tiziana Cerra
www.tizianacerra.com

Ph Noah Hill, Unsplash

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