Ti ricordi quando ti affacciasti sulla mia vita per dare un’occhiatina. Quando non eri ancora così certo che questo mondo fosse un mondo ad altezza di bambino. Come darti torto...

Quando mi chiedesti di guarire il mio cuore e di fortificare la mia anima, per potermi fare capanna? Quanti sono stati i tuoi dubbi e chissà quanto lontani.

Oggi ho richiuso gli occhi per un istante e con il vento tra i capelli, ho attraversato tutta la strada fatta insieme. Mi sono ricordata di ogni promessa e di ogni volta, di ogni singola volta che guardandoci negli occhi, noi già sapevamo. Io già sapevo di amarti, tu sapevi che io avrei capito e comunque... e sempre...

Io sapevo che la strada non asfaltata era antica come i tuoi passi, tu sapevi che io anche scalza avrei comunque corso e tra le buche a fare ostacolo, ti avrei visto arrivare e poi permesso di andare...

Chi lo dice che togliere sia privare? Togliere è invece donare, togliere è soprattutto riporre fiducia, immensa immensa fiducia, che l’altro non manchi delle tue mancanze, che l’altro non punisca o giudichi, le tue intemperanze.

Raccontarti è così difficile, perchè piccola è troppo spesso la possibilità di credere per gli esseri umani, di credere a ciò che non si vede ... Perché avanzando è tutto così complicato e crescendo ogni dolore è amplificato.

È così che allora tolgo ogni volta le parole, che non possono, che non riescono, che non ce la fanno, che limitano e ingannano, che confondono e mi affido, mi affido al cuore, certa che lui sappia farsi voce e veliero, giustiziere e messaggero.

È così che poi tutto trova pace, come quando accarezzo il mio ventre e mi accorgo che non puoi essere che lì, ancora e ancora e ancora... e ancora...

Andiamo amore, tu ripesca nel cuore, mamma sa e ti crede. Ovunque tu vada, mamma a lato e in silenzio, ti segue.

Tiziana Cerra

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