Troppi ti esortano ad essere sempre performante ad uscire dall’ansia, dalle sofferenze, dallo stress, quasi bastasse schiacciare un pulsante e magicamente cambiare tutto. Lo stress, le sofferenze, l’ansia, le difficoltà, sono trama necessaria del nostro stesso “filare”. Sono perfezione di questo nostro vivere. Sono il necessario par terre per quanto di migliore noi si stia facendo. Sono il vento scelto in questa vita a sostegno delle nostre vele. Sono l’oscillazione tra gli opposti necessaria al nostro divenire. Sono la tensione necessaria alla nostra direzione e al ricordo fondamentale del nostro camminare. Ogni equilibrio viene necessariamente raggiunto nel disequilibrio e nell’oscillazione tra gli opposti. I contrasti sono l’ossigeno necessario al nostro procedere e al nostro ripescare nel nostro potenziale. Non è necessario quindi rimuovere questi momenti o liberarsene quanto più velocemente possibile, occorre invece osservare, saper restare, fermarsi e respirare, imparare la morbidezza del fluttuare. È accompagnarsi all’accettazione e quindi alla comprensione ma non alla comprensione del sapere ma quella del sentire. Non è irrigidirsi, non è indurirsi ma è divenire maggiormente flessibili ad ogni volta. Divenire forti non vuol dire indurirsi con se stessi o con gli altri ma divenire esponenzialmente flessibili.
È investire sul nostro viaggio interiore e imparare il senso dell’essere resilienti, è non aver paura di "piegarsi", perché non è quanto riacquisire sempre ciò che eravamo in precedenza ma quanto avere la capacità di assumere nuove forme o forse finalmente l’unica, che da sempre ci appartiene davvero e che ci fa finalmente ricordare che non era andare, era semplicemente concedersi di ritornare.

Tiziana Cerra

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