I più scagliandosi contro il “diverso” cercano una collocazione nel proprio mare della solitudine, auto generato proprio dal livore e dal giudizio, un contenimento nel “branco dei forti” che assicuri “salvezza”. Qualcuno che giustifichi la propria oscurità fondamentale e soprattutto la non capacità di trasformarla e illuminarla, il proprio non smettere di giudicare ciò che non si sa e non si conosce. Tutto accade invece solo per riportarci a noi, al guardarsi dentro per saper essere felici. Osservo ciò che c’è fuori ma cambio me stesso, cambio il mio cuore.

Tiziana Cerra
www.tizianacerra.com

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