Per troppi evoluzione e felicità, vogliono dire autoimporsi una sorta di buonismo incoerente e fittizio, una sorta di pozione farlocca contro ciò che è sempre stato e che abbiamo sempre generato ma nulla che non trovi spinta interiore autentica e personale, radice animica, può generare abbondanza, direzione e cambiamento. Nulla che non sia osservazione e attraversamento di sé, accettazione senza giudizio e solo poi, moto nuovo che spinge a trasformare tutto in personalità e potenzialità rinnovate. Tutti siamo oscurità e luce e ignorare la nostra parte non in luce, non è utile, non accresce, non riunisce all’anima e non porta a modificare i soliti effetti e le solite sofferenze che ci perseguitano da chissà quanto. Non si tratta di imporsi nulla quindi, piuttosto di accompagnarsi, in un viaggio talvolta lento e doloroso ma che se abbracciato e non respinto, spinge a credersi e ad amarsi così profondamente, tanto da essere in grado d’un tratto, di diventire amore vero e per davvero.
@tizianacerra.com

(Photograph Eugene Chstyakov, unsplash

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