SEI SPIRITUALE E LIBERO SE CONSIDERI SPIRITUALITÀ E MATERIALITÀ UNO E NON DUE


SEI SPIRITUALE E LIBERO SE CONSIDERI SPIRITUALITÀ E MATERIALITÀ UNO E NON DUE

Il sapere è un guscio vuoto se non fa nascere in noi la felicità anche materiale e cercare soluzioni comuni per fare fronte a se stessi, realizzarsi e comprendere la propria direzione, è come tentare di infilare un piede in una scarpa con un numero diverso dal nostro e pretendere di camminarci comodamente e a lungo. Il caos interiore attrarrà caos così come la confusione e comprendere chi siamo e dove dobbiamo andare per divenire felici vuol dire ignorare profondamente che la felicità non è apprendimento ma risveglio costante. Non è lottare contro il caos ma considerare il caos l’anticamera del tutto, non è piantare le tende nel caos in una sorta di masochistica resistenza ma accettarne l’insegnamento e traghettersi fuori risvegliando ogni potenziale, pretendendo per se stessi il meglio. L’equilibrio è dinamismo, dinamismo continuo non staticità e tu puoi fare due cose ostacolare il movimento del tuo esistere e continuare a sopravvivere interrompendo gli eventi e le tue percezioni o farti scorrere con essi e vivere divenendo. La felicità è qualcosa di possibile, il benessere è già qui e adesso alla tua portata, sia che tu stia in questo momento assaporando un piatto succulento o che tu stia ingurgitando una razione esagerata di melma. Non sei meno di nessuno e quel che ti punisce non è il tuo modo di pensare ma ciò che genera in te il tuo modo di pensare. È vero che ogni cambiamento porta con se una perdita ma perdere non è rinunciare, perdere è spesso scegliere, svoltare. Materialità e spiritualità vanno a braccetto senza ostacolarsi mai ma essendo esse stesse una la culla mistica dell’altra. Se sei spirituale ma stai rinunciando a ricchezza, felicità e benessere non sei abbastanza spirituale da credere totalmente nella spiritualità e nel tuo essere divino, tanto da saper fare della spiritualità un varco, un portale verso l’infinito e l’abbondanza e non solo una comoda zona di confort e di sopravvivenza per il presente, sennonché un facile modo per essere accettato, riconosciuto e stimato dal mondo. Accettare la sfida non è pregare, non è sognare, accettare la sfida è innalzare la preghiera e trascenderla e realizzare ogni sogno impossibile per farsi testimoni della perfezione della vita e dell’universo.

Tiziana Cerra
www.tizianacerra.com


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